a cura di Jenex Istepas
Laura Galli, Xiao Liu, Friedrich Wingelman
Dal 30 agosto al 27 settembre 2019
F.E.I.C. Space – Fondazione Esterni Interni Contemporanea
Cosa è arte? Questa la domanda che sembra non abbandonare il panorama artistico da ormai troppo tempo, costringendo l’artista a palesare la propria intuizione, il proprio processo creativo e infine il proprio prodotto di fronte ad uno spettatore perplesso.
Ma queste tre fasi appartengono a chi crea o a chi fruisce dell’opera d’arte? Forse la giusta affermazione potrebbe essere che appartengono al proprio tempo, del quale si nutrono, offrendolo poi in pasto a nuovi sguardi, cercando il contatto tra arte e realtà, tra non vero e vero, trovandolo nel momento in cui questi aspetti coincidono, brutalmente.
Venerdì 30 agosto F.E.I.C Space ha inaugurato la collettiva dei giovani artisti Laura Galli, Xiao Liu e Friedrich Wingelman curata da Jenex Istepas.
Installazioni, pitture e sculture ai limiti della propria definizione accolgono lo spettatore negli spazi del F.E.I.C., abitando l’ambiente senza porsi sul piedistallo dell’interpretazione, ma rievocando invece quella funzione di rappresentazione del reale cara ai secoli passati.
Con queste premesse Laura Galli (Modena, 1983) conduce lo spettatore in una storia d’amore al tempo della consegna a domicilio, in cui l’incertezza emotiva trova un’organizzazione razionale, e non una soluzione, nella leggerezza delle scatole vuote di “All the shapes of love I can send to you”, che ci lasciano in bilico tra umorismo e malinconia. Nel chiostro troviamo, invece, come pronto per essere spedito, “Trying my best”, enorme scultura coperta da un telo industriale, pudica, insicura, nella sua maestosità. Nel lavoro di Laura Galli si possono riscontrare le insicurezze delle relazioni del contemporaneo, fatte di lontananze e di tentativi, di approcci ludici e sentimenti velati.
Laura Galli / All the shades of love I can send you
installation view at "Temporary Store", F.E.I.C. Space, 2019
Laura Galli / Trying my best
installation view at "Temporary Store", F.E.I.C. Space, 2019
La ricerca di Xiao Liu (Chengdu, 1989) ci invita a riflettere sul concetto di pittura, con i suoi monocromi che sembrano interrogarci sul processo e sull’appropriazione di uno spazio attraverso la pratica artistica, ironizzando sull’attaccamento storico, tipicamente occidentale, al prodotto pittorico. L’artista ci propone una nuova visione dell’opera, che è qui ed ora, senza bisogno di titolo o di figurazione. Con gli “Untitled in Pink”, Xiao Liu presenta un’azione costante in tutta la storia dell’arte, quella del dipingere, che attraverso la sua banalità provoca lo spettatore nel riconoscerne la sua aura.
Xiao Liu / untitled in pink 1
installation view at "Temporary Store", F.E.I.C. Space, 2019
Xiao Liu / untitled in pink 2
installation view at "Temporary Store", F.E.I.C. Space, 2019
Il tema del tempo è forte anche nelle opere di Friedrich Wingelman (Dortmund, 1980), questa volta guardando al futuro; l’artista propone infatti un’archeologia post-pop, opere che rimandano a un decadentismo contemporaneo e ai resti che verranno della nostra società. La macchina, la tecnologia, la velocità del presente lasciano spazio alle proprie lapidi, in quelle forme riconoscibili attraverso la propria assenza; le sue “Epitaph” sembrano infatti volerci chiedere dopo noi cosa resterà, domanda che si potrebbe rivolgere al mondo dell’arte: dopo di essa cosa resterà?
Friedrich Wingelman / epitaph
installation view at "Temporary Store", F.E.I.C. Space, 2019
Friedrich Wingelman / epitaph 2
installation view at "Temporary Store", F.E.I.C. Space, 2019