ISIT a Magazine.
ISIT both OFFLINE and ONLINE.
ISIT wants to create a connection between different roles of the art system that usually work separately.
ISIT questions the realness of our fake world. Stacked in a neutral zone between the perceived reality and the fictional quality of virtual devices, the magazine stubbornly tries to break the frail securities that our contemporary society offers.
In an age of a blurred plurality, uniqueness loses its value. The creator is just a medium by which informations come through. Roles are reversed, information mold the author, not viceversa.
The magazine pokes fun at the standardization of editorial structure, looking at the content with an ironic attitude, questioning the functionality of contemporary information. We do not perceive reality living virtually, but experiencing reality makes us able to jump into the web, that indirectly offers us a mediated reality. The website scheme ingenously overshadows his own content. The Mag questions itself with an absurd paradox: the paper form wants to revalue the real, letting the reader achive easily and functionally every info; the web form is somehow broken and non-functional, it laughs at himself with a self-censured reflection. Lost in a systematic chaos, ISIT plays wit his own medium.
ISIT/ISN’T.
Contemporary condition that makes us feel a moltitude of contradictory feelings, true as well. Reactionary feeling, a commodify convention.
Social politics, alternative but irrelevant.
ISIT/ISN’T.
The data dump, flowed out of our weblife, contributes to create an entropic system made up of disorder and memory. Moreover there’s no data vaulting (unless our personal datas are involved and thrown into a flux managed by bigger systems, just some kind of rubbish food for the industrial and political system).
ISIT just a cliché, stereotype of his society.
Taking ourselves seriously becomes the will of not doing it.
The screen, an interface that drives the spectator right into itself. The image, when coming from a screen, acquires a new form of sovereignty that substitutes our sensory mode, making the blind contemporary spectator fall into a state of deep ambiguity.
ISIT is an open project, there is no editorial policy, and each issue has its own identity from scratch. The guest Artists of ISIT are totally free to present a personal project able to scatter every publishing structure.
Everything’s relative, ISNT?
ISIT è un Magazine
ISIT si declina in una forma fisica, ISIT.OFFLINE, ed in una forma virtuale, ISIT.ONLINE.
ISIT nasce dal desiderio di creare una piattaforma che connetta diverse realtà del mondo dell’arte.
ISIT mette in questione la realtà del nostro mondo fittizio. Tra la realtà e la finzione dei dispositivi virtuali, cerca di spezzare l’effimera sicurezza che la contemporaneità propone.
L’univocità in un’ era di pluralità indistinta ha perso il suo valore, ed il creatore è solo un medium attraverso il quale l’informazione passa. I ruoli si invertono, è l’informazione che crea l’autore, non viceversa. Il magazine si prende gioco della struttura standardizzata dell’editoria, ironizzando con i contenuti che si trovano all’interno di essa, questionando la funzionalità dell’informazione contemporanea.
Non è tramite l’accesso al web che abbiamo accesso alla realtà, ma è tramite l’ esperienza della realtà che abbiamo diretto accesso al web, che a sua volta ci offre una esperienza indiretta della realtà. La struttura stessa del sito oscura ingenuamente la comprensione dei contenuti. Mette in questione il proprio medium, ponendo un assurdo paradosso: nella sua forma cartacea vuole rivendicare il valore del reale e renderne facilmente accessibili i contenuti, mentre nella sua forma online, prende in giro se stesso, si auto censura, si contraddice. In questo caos organizzato di informazioni ed immagini, gioca con il suo stesso medium, si ridicolizza.
ISIT/ISN’T.
Condizione contemporanea per cui oggi proviamo sentimenti eterogenei e crediamo in idee che si auto-oppongono allo stesso tempo.
Sentimento reazionario ma allo stesso tempo conformista e mercificato.
Politica sociale alternativa ma allo stesso tempo ininfluente.
ISIT/ISN’T.
La discarica di dati che la nostra presenza nel web suscita è un sistema entropico che continua a creare disordine e memoria, senza nessun tipo di catalogazione organizzata (fin quando i data prodotti e messi in circolazione non vengono raccolti da sistemi più grandi che trasformano i data in cibo per il sistema industriale-economico). ISIT.magazine diviene clichè di se stesso, stereotipo della società che lo accoglie.
La necessità di prendersi sul serio cade in secondo piano, anzi si ribalta tramutandosi nella voglia di non farlo.
Lo schermo diventa un’interfaccia tra due mondi, che getta lo spettatore nello spazio virtuale che il dispositivo in sé propone. L’immagine, nella sua forma iconica e bidimensionale su schermo, acquisisce una sovranità che si sostituisce alle nostre esperienze di tipo sensoriale, che porta in uno stato di profonda ambiguità lo sguardo cieco dell’osservatore contemporaneo.
ISIT è un progetto aperto, privo di qualsiasi regola editoriale, ogni numero ha un’identità propria, dal formato, alla grafica, fino alla presentazione. Gli artisti ospiti di ISIT.OFFLINE/ ONLINE, avranno la completa libertà di presentare un progetto che vada a scardinare le regole stesse della sua struttura.