Interview with lostininterdimension // Guendalina Piselli
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ISIT nasce dal desiderio di realizzare una piattaforma di connessione tra figure del settore artistico e culturale. Il termine di uso ormai demodé ‘network’ è una nostra prerogativa. Nel panorama contemporaneo, dove i ruoli determinati dal sistema dell’arte sono spesso definiti da specifici confini e categorizzati in quanto tali, ISIT mette in questione la loro effimera esistenza.
ISIT diventa uno studio del display, delle sue criticità e dei suoi sviluppi nell’era contemporanea.
Ogni gesto, dalla creazione di ISIT.magazine, a quella della webserie, alla mostra in programma – segretamente rivelata nell’ultimo paragrafo ???? – , può essere inserito in questo contesto di riprogrammazione della quotidianità, di studio della forma e delle sue potenzialità, dell’importanza dell’utente nella fruizione del contenuto.
ISIT si interroga sulle realtà del settore culturale e ne rielabora le modalità, ponendosi come figura indefinita e allo stesso tempo come definizione, interrogandosi dunque sulla propria identità. ISIT è diventato nel corso del tempo un modus operandi ed una metodologia di ragionamento sulla forma. Il processo di traduzione di contenuti ed informazioni è di volta in volta ri-attuato secondo specifiche modalità.
THE MAG.
ISIT.magazine è una pubblicazione annuale, priva di qualsiasi regola editoriale. Inizialmente ci siamo interrogati sulla forma, su come razionalizzare questi concetti sul supporto cartaceo.
L’idea iniziale è stata dettata inevitabilmente dalla nostra formazione: in quanto artisti, il nostro approccio curatoriale, mette in questione la curatela stessa, l’editoria, il web, mescolando ed interrogando quello che da sempre era è il nostro settore di interesse, ossia quello artistico e culturale. Mettendoci alla prova, abbiamo deciso di dare una forma al progetto, che però non fosse univoca. Questo ha portato alla creazione del magazine, del sito, della comunicazione relativa ad essi e nel prossimo futuro, anche di una formalizzazione spaziale di queste modalità.
La correlazione con il mondo digitale era una delle caratteristiche che più sentivamo necessarie durante questo procedimento, come anche la giustapposizione di elementi totalmente differenti e talvolta contraddittori. L’utente, figura per noi di riferimento durante questa formalizzazione, si trova a ricevere contenuti di diversa natura, abituato al metodo di lettura e gestione delle informazioni nell’età contemporanea, trasportandolo in un clima confuso e paradossale. Il nostro intento, sin dal primo numero, è stato quello di mescolare “casualmente” la narrazione di tali contenuti ????
I contributors hanno all’interno del device libera scelta di rappresentare, raccontare ed elaborare la propria ricerca, in cui la libertà della loro pratica artistica è la chiave di ogni progetto. Data l’assenza di una richiesta tematico/stilistica da parte dei collaboratori, cercavamo un modo di correlare, questionando, ogni contributo che avrebbe fatto parte del numero.
Una narrazione confusa, intrecciata, sovrapposta che avvalora ma mette in discussione ogni collaboratore in relazione con l’insieme. Per questo il primo numero, ISIT2019#001, non è altro che una risma di carta ???? . La forma del magazine, quasi ingenua nella sua semplicità, non ha né rilegatura né numerazione di pagine. I progetti si susseguono in un flusso di contenuti che l’utente stesso rimescola, in un sistema potenzialmente infinito. Il nostro atteggiamento grafico, come piattaforma senza volto, ha dall’inizio l’intento di scomparire. Tramite elementi grafici provenienti dal panorama web, cerchiamo la radice fondante del concetto di stile, un non-stile dunque. Pensiamo che, paradossalmente, questa assenza di estetica è diventata a sua volta “trendy” ????, nell’accezione più naive del termine. Uno stile riconoscibile quanto privo di personalità, una specie di gusto default.
Questi elementi nel secondo numero si invertono ancora una volta. Un pesante volume di più di 500 pagine, quasi 3kg di carta patinata ????. ISIT2020#002 è per noi il volume di verificazione del nostro operato. Il numero, questa volta rilegato, non ha alcuna direzione di lettura. I contenuti al suo interno sono rimescolati affinché non ci sia un verso di lettura, forzando il lettore a girare continuamente l’oggetto tra le mani.
Un mag di gruppo, che idealmente viene posato sul tavolo e letto in simultanea da varie persone intorno ad esso, che in base alla propria posizione raggiungono contenuti differenti, senza una vera e propria cronologia, né temporale né gerarchica. Anche la consequenzialità dei progetti non rispecchia un posizionamento tematico o stilistico, ma segue il flusso di informazioni che quotidianamente assorbiamo.
ISIT2021#003… LMAO ????
OTHERS.
ISIT.serie è una webserie costituita da 14 episodi aventi come punto di partenza i progetti presenti in ISIT2020#002 ???? . All’interno di questi 14 episodi, attraverso video di archivio e tracce audio di varia natura, viene dato spazio di puntata in puntata alla poetica e alla pratica di tre collaboratori, ricercando le radici teoriche all’interno di un panorama nel quale film d’essai, musica pop e cultura trash, si intrecciano creando una narrazione illogica, non sequenziale e volutamente contraddittoria ????.
L’intenzione della webserie è quella di inserire i progetti presentati in un panorama più ampio, nel quale spostiamo il punto di vista e il punto di fuga, ricercando nuove forme di interpretazione – non definitive – di ciò che vediamo. Il suono ha un ruolo fondamentale all’interno di questo progetto, è spesso svincolato dal video, ha il ruolo di assecondare, contraddire, alterare e distorcere ciò che l’occhio vede e decodifica.
ISIT.serie può in effetti essere definita come la messa in pratica di un parallasse narrativo; attraverso un continuo oscillare da un contenuto all’altro, la serie intende mettere in discussione il nostro rapporto con la cultura visiva, il nostro essere continuamente esposti a contenuti di varia natura che – provenendo da diversi contesti – alterano la nostra percezione dei vari livelli di finzione, rendendo spesso difficile decodificare la provenienza di un frame o di un estratto sonoro. Temi analoghi, trattati in modo diverso all’interno di ambiti lontanissimi, sono quindi messi in relazione da una memoria schizofrenica, alterata dal continuo fluire dell’entertainment, all’interno del quale autore/spettatore/contenuto sono elementi intercambiabili.
Anche l’assenza di vincoli tematici e di età è determinante per lo sviluppo di un progetto coerente e spontaneo, libero dalle restrizioni solitamente imposte all’interno dei bandi. La doppia forma del sito/magazine ci permette da un lato, di dare all’artista due piattaforme, da gestire in modalità analoga o differente; dall’altro comporta una diffusione su due livelli e quindi la fruizione dei progetti attraverso il web e il cartaceo. Come ogni anno poi, ISIT.magazine cambierà forma e formato, interrogando aspetti chiave dell’editoria e non solo, attraverso nuove modalità. ✂️????
NEEEXT.
What else? ISIT, tra qualche mese, prenderà forma nelle spazio, traslando la processualità propria della costruzione del magazine, nativa in forma cartacea e web, all’interno di uno spazio espositivo indipendente, Spazio In Situ. Come con ISIT.serie, l’intento è quello di costruire l’esperienza di visitare la mostra secondo una parallax-narrative. Nella realtà esperiamo costantemente diversi livelli di finzione, che in mostra vengono sovrapposti, editati e giustapposti creando un contenitore in continua costruzione e distruzione. Lo spazio è quindi un luogo dove interpretazione e lettura del reale, con i suoi livelli e le sue contraddizioni, prendono forma. Si potrebbe dire che non vi sia curatela, che la mostra effettiva sia una delle possibili versioni di mostre.
P.S: Finally, stiamo programmando una tournée in Italia! Prenotazione biglietti aperta! ????????????