Filippo Scaboro [WHAT] “Vi ricordate il 1999? In quell’anno sono successe tante cose: Roberto Benigni vince tre Oscar con La vita è bella, Michael Jordan decide di ritirarsi dal basket, Napster debutta nella sua prima versione e per l’inarrestabile PlayStation di Sony arrivano un numero impressionante di giochi che ancora sono ricordati e rigiocati. Il 1999 è probabilmente stato uno dei migliori anni per la console di Sony, che è stata capace di creare intorno a sé il vuoto più assoluto non esisteva altro se non il termine PlayStation per definire qualsiasi cosa si potesse attaccare alla tv e permettesse di giocare, anche se andava a cartucce ed era a 64-bit. La schermata d’avvio originale, un pezzo di storia dei videogiochi. Tra i banchi di scuola o le scrivanie a lavoro si contavano assenze e permessi per poter stare a casa a giocare e l’uscita dei giochi nuovi iniziava a essere un evento atteso vista anche la crescente diffusione di riviste che parlavano della console Sony che portavano direttamente alle edicole le informazioni già vecchie di settimane. Internet non c’era ancora, o meglio non come lo conosciamo ora, non così diffuso e tantomeno su dispositivi mobili visto che al massimo su quelli potevi scrivere SMS di 160 caratteri a 200 lire o gratis nei periodi di Christmas e Summer Card di Omnitel, l’attuale Vodafone. Un anno d’oro dicevamo per Sony e PlayStation, un anno che ha segnato il debutto in Italia di un titolo che segna l’ingresso nelle tre dimensioni di una saga già conosciuta, ma non così famosa come lo sarebbe stata dopo quel primo episodio su PlayStation. Parliamo ovviamente di Metal Gear Solid, titolo pubblicato da Konami e partorito dalla mente di Hideo Kojima, che ha rivoluzionato praticamente il modo di intendere il videogioco ed è stato elevato a una sorta di figura mitologica venerata dai giocatori di tutto il mondo.” // https://www.vgn.it/speciale/89416/20-anni-di-metal-gear-solid-storia-di-un-capolavoro-che-ha-cambiato-il-mondo-dei-videogiochi/“Così nel 1993 inseriamo quella cartuccia grigia con la scritta THIS SIDE OUT nella console e nel mezzo di una tempesta quadricromatica veniamo per la prima volta sbalzati sull’isola di Koholint. La quarta avventura di Link si apre così, in maniera misteriosa, dopo essersi fatto conoscere con due episodi su NES e uno su Super Nintendo, il passaggio di testimone e l’esigenza di rendere l’esperienza portatile vista la popolarità enorme della piccola console era obbligatoria. Nintendo EAD si mette al lavoro e realizza questo piccolo capolavoro che porta tutti i possessori di Game Boy dell’epoca a esplorare quell’isola in cui il naufragar non è stato poi così tanto dolce. Recuperato lo scudo in un siparietto che ricorda un po’ il salvataggio di Marty McFly in Ritorno al Futuro con il suo nome scritto sulle mutande, siamo pronti a esplorare l’isola alla ricerca prima della nostra spada e poi di un modo per andarcene.” // https://www.vgn.it/speciale/111024/in-legend-of-zelda-links-awakening-nulla-e-andato-perso-a-parte-i-salvataggi/“SIGIL ci riporta indietro, non solo all’inferno ma anche in un mondo, quello di quasi trent’anni fa, che oggi sembra completamente diverso. Un mondo senza monitor piatti, senza tastiere e mouse wireless, senza smartphone e soprattutto senza distrazioni. Ci riporta a un tempo in cui i giochi non facevano paura alla stampa generalista, in cui le edicole erano la loro unica fonte di sopravvivenza. Quando il videogioco era un hobby e non un disturbo da studiare, quando c’erano le avventure grafiche ad aspettarti fuori dalla cartella C:\GIOCHI\DOOM. In quei pomeriggi a caccia di floppy, DOOM è stato capace di farci essere dei bambini felici, ci ha insegnato che esiste un limite tra il videogioco e la realtà e che passa per una scuola di nome Columbine, ci ha fatto appassionare esattamente come oggi, per una cosa così piccola e semplice che in tre lettere, WAD, ci riportano indietro all’inferno di DOOM, ma che ci fanno capire che, alla fine, quello che non è mai cambiato è il fatto che l’inferno sia qui, sulla Terra, proprio come suggerisce il titolo di DOOM II: Hell on Earth. SIGIL è il metro di misura della civiltà, come il sapone per Tyler Durden.” // https://www.vgn.it/speciale/100380/sigil-il-glorioso-ritorno-per-john-romero-nel-sequel-spirituale-di-doom/“Sono seduto a studiare tra i libri di scuola. perché domani c’è l’interrogazione di Storia dell’Arte. Ho preso appunti e ho seguito le lezioni, dovrei ripassare, ma qui vicino ho la PlayStation che mi chiama. Resident Evil 2 (o meglio Biohazard 2, come si ostina a chiamarlo il mio importatore di fiducia), è uscito da qualche mese in Giappone. Il mio amico, che lo ha già giocato e finito mesi fa, continua a parlarmene citando personaggi nascosti e quant’altro. Ho resistito e atteso l’uscita ufficiale in Italia, vuoi per la localizzazione nella nostra lingua, vuoi perché comunque il prezzo del gioco di importazione non era proprio accessibilissimo, oltretutto avevo da poco acquistato una nuova Memory Card per poter giocare a un nuovo gioco di Blizzard chiamato Diablo, che richiede dieci blocchi per salvare. Un po’ troppi… però il gioco vale la pena! Non sia mai che vada a cancellare i salvataggi di Castlevania: Symphony of the Night, Final Fantasy o Tomb Raider 2 dopo tutte le ore passate con loro. Comunque le mie ultime lire spese sono state quelle per acquistare Resident Evil 2… probabilmente, se mai vedremo un sequel, sono certo che lo pagherò in euro, visto che pare sia stata approvata questa nuova moneta unica. Comunque ci penseremo con calma, il mio portafoglio deve ancora riprendersi. Resident Evil 2 oggi mi ha fatto chiudere il libro di storia dell’arte prima del dovuto, domani me ne pentirò probabilmente, ma poco importa. Dentro alla confezione non c’è un solo CD ma due, ognuno dedicato a uno dei protagonisti del gioco: Leon e Claire. Entrambi sono inediti rispetto a quanto visto nel primo episodio. Sebbene Claire sia parente di Chris Redfield, Leon è invece un nuovo poliziotto mandato in servizio a Raccoon City, la città dove si svolge il gioco. Questi i dettagli di cui sono a conoscenza… ho sentito parlare di altre cose, segreti da risolvere, cani zombie che saltano dalle finestre, ma ho fatto di tutto per dimenticarle e non rovinarmi la sorpresa.” // https://www.vgn.it/speciale/100380/sigil-il-glorioso-ritorno-per-john-romero-nel-sequel-spirituale-di-doom/“Another World è il videogioco ridotto ai minimi termini: non presenta interfacce, complicati menu, inventari, tutorial… si gioca e basta, tutto d’un fiato volendo, senza tenervi impegnati per troppe ore. La prima partita, però, rimane impressa indelebilmente sulla memoria del giocatore che tornerà volentieri in quell’insolito mondo per visitarlo nuovamente, colto da una sorta di nostalgia che rimarrà dentro dopo averci vissuto per quel breve ma intenso periodo. Il pianeta extraterrestre di Another World saprà ritagliarsi un suo spazio, non tanto per la sua rara bellezza, quanto per quell’atmosfera di ignoto, quella triste aria di malinconia che ci trasmette e ci porta a chiedere cosa altro si nasconda sotto a quel cielo azzurro e quali altre storie potrebbero essere raccontate al di fuori della nostra terra.” // https://www.vgn.it/recensione/65727/another-world-nintendo-switch/ [links] IG [share on]