[WHO]
Arianna Desideri (Roma, 1996), storica dell’arte laureata all’Università di Roma Sapienza. È autrice del volume Roma 70. Interventi e pratiche artistiche nello spazio urbano (Terre Blu, Caserta, giugno 2020). È co-fondatrice, insieme a Jacopo Natoli, di D.A.P.A. (2019-). È curatrice di OFF-SCREEN|fuoricampo di Tianyi Xu (2019-) e ha svolto il ruolo di assistente per KS, The man who smiled too much di Pasquale Polidori (Roma, MACRO 2019). Realizza interviste postali con il progetto Dialoghi dell’altrove, eppure in noi (2019-).
[WHAT]
«[…] pensare alla Roma degli anni Settanta come a un “palinsesto” potrebbe restituirne una visione a tutto tondo. Il concetto di palinsesto contemporaneo, infatti, riguarda una successione ritmata di trasmissioni ed eventi impostata secondo una precisa agenda; una programmazione serrata e accurata che può essere paragonata al frenetico calendario di mostre, iniziative e rassegne che le gallerie, le associazioni, gli artisti e il Comune promuovono nella capitale durante tutto il decennio.
In seconda battuta, il palinsesto richiama una sovrapposizione di strati e livelli che diacronicamente si depositano su una stessa superficie. Si potrebbe intendere in questo modo, traslando la definizione, anche la sedimentazione nel tempo di diverse identità all’interno dell’urbe, eterogenee ma conviventi: vi è la Roma archeologica, moderna e contemporanea; la Roma centrale, periferica, monumentale e abusiva; la Roma cattolica, laica, politica. […]
In ultimo, Roma è “palinsesto” in virtù della compresenza sincronica, sul medesimo supporto (lo spazio urbano), di testimonianze artistiche eterogenee. Le diverse esperienze […] coesistono e plasmano uno scenario complesso, talvolta affine e talvolta distante dai presupposti dell’“operatività estetica nazionale”: un andamento discontinuo che rende la capitale un osservatorio “anomalo”, quanto originale, di questa stagione artistica».
(Estratto da A. Desideri, Roma 70. Interventi e pratiche artistiche nello spazio urbano, Terre Blu, Caserta, giugno 2020).
«tubi dell’acqua, condutture? | la chiesa e l’Ipercarni | RANCORE RIOT RULES | come in cielo così in strada | confessionali-ripostigli | passione in quadretti | modulo da compilare per l’ora di adorazione | ADORATE ADORATE DALLA MATTINA ALLA NOTTE | semafori rossi | lazio MERDA Asr | mamma TI AMO | passato prossimo restauro antichità | utopia costruttiva | lavatoi stenditoi | cortili afunzionali | spazi possibili | alberi mitologici | attico popolare | l’inutile pubblico | il privato recintato | citofoni senza padroni | mitopoiesis | isolare isole dentro Roma | madonne con le piastrelle del bagno | cavalli e bambù | scritture urbane | hello kitty | ascensore 14° piano | cabina telefonica | chiama il 118 | derive postali | mostri edilizi | labirinto | chinotto | biancaneve nel cortile».
(Estratto da A. Desideri, a margine | sezioni atmosferiche | x D.A.P.A., Ipercarni, deriva postale, Roma, giugno 2019, https://www.dapa.biz/ipercarni/)
«Cosa ci fa una ragazza dal vestito bianco in giro per Prato? Con un computer tra le braccia, vaga per i negozi e per le fabbriche. Vorrebbe mostrare un video, ma nessuno sembra accogliere la sua richiesta. Alienata in un mondo di alieni, la negazione è il sol imperativo che unisce.
OFF-SCREEN|fuoricampo (2019-) è un progetto dell’artista Tianyi Xu che indaga i concetti di confine, limite, soglia, comunicazione e identità a partire dalla situazione pratese […]. L’itinerario estetico parte dal Centro Luigi Pecci, che appare agli occhi di Tianyi Xu come una camera asettica, stagna, vertiginosa eppure immobile, cristallo e tappeto rosso. […]
Fin dove la fusione tra arte e vita può realizzarsi all’interno dell’istituzione museale? […] Cosa accade se portiamo il museo “fuori”? Prato diviene un campo da attraversare nelle vesti di una sacerdotessa-supplice: entra nei bar, nelle pescherie, nelle sale slot, nelle fabbriche tessili chiedendo ai negozianti cinesi di poter filmare il prezioso evento, ovvero lo sconfinamento del museo nella sfera della vita. […]
Le accezioni di fuoricampo, fuori luogo, fuori fuoco sono il risultato del tentativo di connessione tra museo, vita e società ricercato dall’artista. Prato diviene una metafora per l’altrove; Tianyi Xu per chiunque».
(Estratto da A. Desideri, OFF-SCREEN|fuoricampo, Tianyi Xu. Testare i limiti del museo, maggio 2020, http://www.offscreen.work/)
«Ogni viaggio porta con sé la speranza di un incontro impossibile, che si tramuta nell’eroico gesto del pellegrinaggio: inseguire le orme dei grandi uomini, odorarne il passaggio, ricercarne le tracce […]. Il pellegrinaggio a Saint Julien-le-Pauvre come emulazione dell’Avanguardia, nell’intenzione di replicare esattamente, con una polaroid, la fotografia che immortala la prima passeggiata Dada a Parigi in quella giornata di nebbia del 1921; constatare l’inesorabile cambiamento d’ambiance, ora Autogrill di sosta per turisti scalzi e piccioni. Infine, il pellegrinaggio non solo come cammino verso il corpo dell’artista ma anche verso il corpus, ovvero verso la presenza materica delle pennellate di Monet al Musée de l’Orangerie, in un processo che arriva ad attraversare la pittura fino a non vederla più».
(Estratto da A. Desideri, À travers Paris – guida alternativa all’uso della città, agosto 2019, https://www.dapa.biz/a-travers-paris-guida-alternativa-alluso-della-citta/)
5.
Dichiarazione di maternità delle interviste postali Dialoghi dell’altrove, eppure in noi (2019-).